L’AMORE CON GLI ANIMALI-DOMESTICI

Pubblicato da Diego Antonio Nesci il

Credo che il cosiddetto “amore” per gli animali, soprattutto se domestici, benché abbia delle origini misteriose e profonde dal punto di vista culturale/spirituale, nasconda oggi, nella nostra moderna società, tratti psicologici e relazionali molto preoccupanti.

A costo di apparire brutale, mi pare di poter affermare con ragionevolezza, che la scaturigine della scelta di  avviare un rapporto/relazione con un animale cosiddetto domestico (cani e gatti per lo più), molto spesso, tragga origine da una grave mancanza; la mancanza di attenzione, di considerazione, in una parola, di coccole.  È importante sottolineare come le coccole siano un vero e proprio bisogno primario irrinunciabile per la sanità psico-fisica di ogni persona. Si veda a tal proposito, qui di seguito, la fondamentale “piramide dei bisogni di  Maslow“.

Il vantaggio nell’optare per un animale domestico nel tentativo di riempire il lacerante vuoto dovuto alla mancanza, nella propria vita, di coccole/considerazione/attenzione è presto detto: essi non parlano, non fanno domande e soprattutto non fungono da specchio come gli altri esseri umani.

Non bisogna mettersi in gioco in maniera autentica per avere una relazione con un cane o un gatto.

Fin qui poco male. Ognuno si organizza come può per sopravvivere. Basta sapere cosa ti spinge a fare quello che fai. Ma attenzione! Nei casi più gravi di inconsapevolezza e/o follia eticamente e socialmente giustificata, alcune persone si spingono fino ad affermazioni del tipo: “gli animali sono meglio delle persone”. Aprendo così le porte a vari tipi di nazismo interiore, molto pericolosi.  Le parole rivelano il cuore. Infatti, la domanda sorge spontanea: “sono meglio, per chi?”. Che razza di considerazione hai di te stess* per  arrivare ad affermare una cosa così?

Si potrebbe dire, forse più realisticamente, che sicuramente sono meglio per te e per il tuo egoistico ma essenziale bisogno di coccole/attenzione/considerazione che essi soddisfano, per loro natura, gratuitamente e spontaneamente.

Lo so, è dura ammetterlo, ma forse sarebbe meglio cominciare a prenderne coscienza.

Anche chi scrive, da buon egoista, ama follemente gli animali. Soprattutto quando sono belli, dolci e scodinzolanti.

Questo discorso, non esclude che il rapporto con gli animali (e con la Natura in generale), soprattutto l’osservazione o addirittura la contemplazione dei loro comportamenti possa essere infinitamente arricchente per tutti.

Non si vuole nemmeno sminuire, in alcun modo, i sentimenti e le emozioni che ognuno di noi può costruire con un animale domestico. Questo è, invece, un discorso sulla natura e sulle premesse di questi sentimenti e soprattutto la differenza sostanziale che esiste fra quelle relazioni e le relazioni umane infinitamente più complesse ed impegnative.

Puoi affezionarti ad un animale o ad un oggetto più che a una persona, o anche ad una persona stessa. Questo è vero ed indiscutibile.

Quello che si afferma qui è che non si tratta di “amore” ma di attaccamento derivante dal soddisfacimento del bisogno primario di coccole/attenzione/considerazione. L’attaccamento e la conseguente sofferenza – anche immensa – che può derivarne, per esempio ,dall’esperienza della “perdita” di quella relazione, è in principio egoistica.

In questo senso non distinguo affatto fra possibili relazioni di attaccamento fra animali, cose o persone.

Dico solo che l'”amore” è un’altra cosa, molto più misteriosa e complessa. 

Pare comunque che una certa dose di attaccamento sia ineludibile, in tutti i tipi di relazione, a meno di non avviarsi verso sentieri di trascendenza.


Diego Antonio Nesci

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1 commento

Fabio Borghesi · Ottobre 16, 2019 alle 10:30 pm

Gli animali sono meglio degli uomini in quanto non uccidono e torturano i propri simili per piacere.
I cani sono migliori perché esprimono in forma più diretta degli umani il bisogno primario di essere amati e desiderati.
E credo questo si possa allargare a asini, maiali e molti altri animali.

Allo stesso tempo è vero che gli animali da compagnia sono dei tappabuchi emotivi. Rimpiazzano i figli per chi non li ha
e per fortuna che ci sono perché in una sorta di auto pet therapy permette a costoro di coltivare un rapporto affettivo.
Certamente gli animali non fanno da specchio anzi possono essere l oggetto passivo delle proiezioni umane, soprattutto di chi disfunzionale nella società umana trova rifugio in quella animale.
Quindi si, rispondono a un desiderio a volte egoistico di proiezione di sé stessi su un essere vivente.
O proiezione delle proprie aspettative fallite.
Ma il bilancio rimane positivo anche per quelli che “gli animali sono meglio degli uomini”.

Link del national geographic con professore di comportamento animale
https://www.nationalgeographic.com/news/2016/09/human-violence-evolution-animals-nature-science/

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