#DRAGHI APRE NUOVO CICLO: CHI DICE NO VOLTA LE SPALLE ALL’ITALIA

Pubblicato da Diego Antonio Nesci il

Il #M5S è fortemente indebolito da miopi fronde interne che guardano solo al proprio ombelico – a partire da quella di Rousseau – e che impedendone la piena evoluzione democratica lo stanno portando all’implosione.
O non conoscono la differenza tra una forza politica di testimonianza e una forza politica di governo, oppure dovrebbero dire chiaramente di voler tornare all’irrilevanza politica.
Gli stessi frondisti, per interessi personalistici e/o di vanità, fanno finta di non capire che la decisione è irreversibile e l’abbiamo già presa nel 2018.
Come abbiamo argomentato ampiamente con #ParoleGuerriere, l’unico futuro possibile è quello che mette al bando tutte le idee antidemocratiche e demagogiche – a partire da una seria revisione dello Statuto- e che metta in campo un serio investimento per la strutturazione sui territori con sedi fisiche, ruoli e responsabilità ben definiti e una scuola di formazione politica.
Questo può succedere solo se si investe sulla qualità dei nostri eletti e quindi sulla qualità della nostra identità.
Non è più il tempo di ascoltare gli uomini/donne-adolescenti buoni a fare i rappresentanti d’Istituto.
Visto il quadro politico molto chiaro da giorni, infatti, il M5s avrebbe dovuto, da subito e visti i numeri in parlamento, dire #Si a #Draghi ponendosi come il baricentro naturale della nuova maggioranza.
Era ed è del tutto evidente che non si può stare all’opposizione dell’Italia e del Capo dello Stato in un momento drammatico come questo. Sarà un governo di salvezza nazionale, senza formule politiche.
Invece siamo nel deserto.
“La politica deve ritornare all’apostolato, alla pedagogia, non deve seguire la cosiddetta gente ma elevare la morale dei popoli. I partiti l’hanno fatto in passato ma oggi siamo nel deserto. Bisogna lavorare a partire dalle nostre oasi.” (G.S)
La pandemia da Covid ha cambiato il contesto internazionale, ha cambiato tutto; molto più potente del crack di Lehman Brothers che diede vita ad un ciclo di reazioni politiche che sono durate 12 anni e che hanno portato ad eventi del tutto inediti e disparati fra loro, dal M5s in Italia a Trump negli USA, ma che hanno un fil rouge comune.
Del resto è sempre la politica estera che guida quella interna, mai il contrario.
Oggi con il governo #Draghi che si appresta a prendere la fiducia delle Camere e del Paese (nel gradimento), ultima riserva della Repubblica prima che scoppi disperazione e caos: si tira una linea e si apre un nuovo ciclo, una stagione del tutto nuova.
A prescindere da chi vorrà interpretare questo nuovo ciclo a difesa e per il bene dell’Italia, questa nuova era, più civile, ci sarà.
Sono fiducioso. Da aspirante cristiano, credo nel sistema democratico perché l’unico che abbia la formidabile proprietà dell’antifragilità. In esso vedo il futuro ed è per questo che mi impegno nel mio piccolo a difendere questo dono che ci arriva dalla Storia e che dobbiamo dimostrare di meritarci
Vi sono in giro tanti guru malati di egocentrismo, tanti falsi maestri che ammaliano le folle.
Credo sia arrivato il momento di dire basta a tanta demagogia pericolosa per tutti.
Fino a quando i ruoli nelle istituzioni democratiche saranno chiamate “poltrone” (terminologia che reputo idiota e che non ho mai usato in vita mia) nel solco del più becero ed antico anti-parlamentarismo: il popolo, sarà preda dei demagoghi, di cui trabocca la storia, e rimarrà schiavo, cioè non consapevole delle sue capacità e quindi dei suoi diritti.
La trappola è sempre uguale: scambiare il mezzo con il fine.
Votare è un mezzo o un fine?
Chi può essere convinto, in coscienza, che votare si/no, Cristo/Barabba, on/off si possa chiamare davvero democrazia?
O che la democrazia si esaurisca in quell’unico gesto?
Chi decide di dire o votare no, decide di voltare le spalle al Paese.

Diego Antonio Nesci

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