DECRETO CALABRIA, MES E FALSI MAESTRI

Pubblicato da Diego Antonio Nesci il

La Politica come la Vita è l’arte della mediazione. Se ti hanno raccontato un’altra storia e ci hai creduto, mi dispiace tanto, ti hanno illuso e quindi manipolato! Una mediazione interiore soprattutto, perché non tutti gli istinti vanno assecondati, moltissimi sono solo figli dell’ego. Discernere è l’arduo compito umano.
Oggi finalmente c’è un Decreto Calabria (link video in calce) scritto bene, frutto della mediazione faticosa fra le forze di maggioranza.
Ora sì, il neo commissario ha gli strumenti concreti per poter cambiare l’andazzo malato della Sanità Calabrese. Lo farà? Vigileremo. Dal mio canto sono sempre per un ritorno alla centralità della politica, perché ai cosiddetti “tecnici” al comando non ho mai creduto. Ma tant’è. Le grandi opere non si fanno in un giorno.

Sono veramente orgoglioso di te sorella (Dalila Nesci) e ti sprono con forza a non mollare e a continuare a combattere per i diritti e la libertà dei calabresi.

Non è inutile fare politica, non è inutile dare il proprio contributo per “provare a lasciare il mondo un po’ meglio di come l’hai trovato” (B.P.). Così abbiamo promesso e così faremo.
La polemica sul MES se da un lato è stata montata ad arte perché è interesse di molti che il “Conte II” cada, dall’altro è molto complessa a livello tecnico-culturale-politico.
C’è bisogno di molte frecce all’arco per capirci veramente qualcosa. La politica estera ed internazionale vieppiù quella strettamente economica abbisogna di grandi e profonde riflessioni che non siamo più abituati a fare da molto tempo. Chi mi legge sa come sono critico con l’attuale assetto dell’Unione Europea. Come mi ha detto l’amato prof. Sapelli – nell’intervista che mi onoro di avergli fatto, che invito ad ascoltare (link video in calce) – “la posizione di politica estera era il primo argomento all’ordine del giorno di qualsiasi riunione di partito nelle sezioni, anche le più periferiche”. Inutile dire che siamo ben lontani da quei tempi, purtroppo.
Ci sono poche persone che quando si alzano per parlare in aula, alla Camera o al Senato, intercettano la mia attenzione. Questo è la prassi, infatti, da sempre in tutti i partiti, le persone di vero valore culturale-politico si contano sempre sulle dita di una mano. Per chi voglia capirci qualcosa, invito ad ascoltare gli interventi in dissenso dal proprio gruppo di Stefano Fassina (Leu) e di Renato Brunetta (FI) – link video in calce. Tutto il resto (o quasi) è propaganda. È davvero curioso ascoltare la predica proveniente dalla Lega che quando aveva l’opportunità di fare davvero quello che dice, ha pensato bene di far saltare il “Conte I”. E non l’ha fatto sulla politica estera. Che strano, chissà come mai.
Le posizioni sulla politica estera – se davvero sono serie – vanno mantenute per decenni (al governo e all’opposizione) per ottenere risultati concreti.
Il più è manipolazione fatta ai danni della democrazia e del popolo. Sarebbe stato folle innescare una crisi di governo al buio. Quale sarebbe stata l’alternativa?
C’è da aggiungere che la crisi planetaria COVID ha cambiato tutto il quadro internazionale. Non si possono usare gli occhiali vecchi per guardare un mondo che è già cambiato sotto i nostri occhi. Come di certo non possiamo usare ancora ricette economiche basate sui dogmi dell’austerità cancellate dalla storia. Quindi, a lavoro e alla lotta. La riforma dell’Unione è solo agli inizi e per essere realizzata avrà bisogno di “tutta la nostra intelligenza e di tutto il nostro coraggio”. Sono programmi a lungo periodo. Chi non te lo dice ti sta manipolando ed illudendo. Invito la mia forza politica ad una seria riflessione sulle posizioni di politica estera. Siamo passati da “Un nuovo mondo coi Brics” (una follia) a “rinsaldiamo il Patto Atlantico” (e meno male, DEO GRATIAS), con delle ambiguità Cinesi (preoccupanti). La scelta irreversibile di diventare forza di governo ci impone serietà e ci impone, a questo punto, una decisione netta e profonda: su quale pensiero e su quali idee fondare la nostra azione politica?
Solo “le radici profonde non gelano”. Se non faremo questo a stretto giro, sarà impraticabile qualsiasi azione politica, personale (per quanto mi riguarda) e collettiva.


Diego Antonio Nesci

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